Lo sguardo dietro la fotografia

Helmut Newton

“Il desiderio di scoprire, la voglia di emozionare, il gusto di catturare, tre concetti che riassumono l'arte della fotografia”. Così diceva Helmut Newton. Tre concetti che forse nel nostro tempo si sono un po’ persi, con la grande diffusione di dispositivi - dai cellulari alle compatte -  che ci restituiscono immagini ovunque guardiamo, in ogni angolo delle nostre strade, prive, però, di uno sguardo, una “visione”, originale, sensibile, che dia un senso preciso a quello che stiamo guardando. E la foto giornalistica ne risente, apparendo spesso privata di contenuto e senso, alla mercè di una post-produzione invasiva più da pagina pubblicitaria che da magazine d’informazione. E’ per questo che bisogna ripartire proprio da qui, dallo sguardo. Uno sguardo che ci deve riportare la realtà, filtrata dalla sensibilità del fotografo, e che deve suscitare un’emozione in chi guarda. Solo così una foto diviene immortale. E acquista il suo senso nell’occhio di chi guarda. 

Nell’ambito del fotogiornalismo voglio consigliarvi due riviste che sto seguendo con interesse e che vanno sostenute, perchè hanno deciso di seguire un loro percorso con coraggio e tenacia, in questo campo attualmente mai così difficile. La prima si chiama POTPOURRI (http://www.potpourrimensile.com/); l’altra ottima rivista si chiama RVM, cioè Rear View Mirror (http://www.rearviewmirror.it/). Entrambi propongono reportage difficili ed affascinanti, di fotogiornalisti, che provengono da ogni parte del globo, a volte sconoscdiuti al grande pubblico ma di sicuro talento. Come dice Alec Soth, fotografo di Minneapolis intervistato da RVM, “La fotografia è una cosa semplice: non ci vuole molto a imparare a scattare. La parte difficile è imparare a vedere”.
Entrambe le riviste inoltre aprono le loro pagine ai lettori; danno infatti la possibilità di inviare le proprie gallerie fotografiche. Senza dimenticare il nostro FuoriZona, con la pagina “Portfolio”, aperta proprio per dare la possibilità ai lettori fotografi di far conoscere i propri lavori. E non sia mai che tra di voi si nasconda il prossimo vincitore del prestigioso World Press Photo!

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