Il film della vita (ode ai vecchi cinemini di una volta)

Ho 35 anni anni, mica sono un matusa, la vescica ancora regge, la ragazzine mi guardano per strada soprattutto quando mi gira bene e mi sbarbo e mi pettino, mangio carne rossa e bevo vino e birra. Credo nell’amicizia, nella mia famiglia, nella lealtà, nel lavoro duro, nelle mie passioni e...l’amore? Bè, quella è un’altra storia...
Ho 35 anni, ho visto arrivare il cellulare, l’euro, il digitale, i cd e i dvd, i televisori Hd, eMule e i Torrent, i notebook e i netbook, i Gormiti... eMule... cavolo avrei dato un braccio per avere queste cose a sedici anni, quando come una formichina raccoglievo spicci su spicci per comprare l’ultimo album degli Iron Maiden, o comprare quella benedetta Vhs di Splatters...
Pochi giorni fa sono entrato in un vecchio cinema del mio paese. Era aperto, ho intravisto il proprietario, un vecchino che non ha retto la spallata dei multisala e ha dovuto chiudere.
Sono entrato e la mia infanzia, fanciullezza, pre e post adolescenza mi è piombata addosso come solo un odore può scatenare.

Io speriamo che me la cavo. Io e Licia. Che baci con la lingua, ragazzi!
Balla coi lupi. Cristina è accanto a me, alla fine piange. Io le prendo la mano.
Titanic. Quella bastarda di Ilaria mi ha appena piantato. Non c’è niente di meglio che andare a vedere un film d’amore che finisce a schifio, mi dico. E invece mi appassiono e ci scappa pure la lacrimuccia.
La leggenda del re pescatore. Voglio raccontare storie, voglio fare lo scrittore, lo sceneggiatore, il fumettista...
Braveheart. Libertà, libertà libertà...
Cuori ribelli. Le ho toccato il seno, poi lei mi ha fermato. Sarà per la prossima volta...
Ho 35 anni, quasi 36.
Adesso vado nei multisala, i piccoli cinemini di Provincia sono spariti, morti, defunti.
Forse era un altro mondo, un altro tempo. Prendo la mia bella dose di coca e popcorn, mi accomodo su poltroncine linde. L’atmosfera è asettica. Conta il film, non il contorno.
Un tempo era diverso, e lasciatemelo dire, era il contorno a fare la differenza. Le maschere che consigliavano i film, il tifo da stadio quando l’eroe sbruffoneggiava o ci riusciva con la bella di turno, l’imbarazzo delle prime scene erotiche. E poi quell’odore... l’odore dolce nell’ingresso, mischiato al sudore e al profumo di popcorn. Convincere il tipo del botteghino a farti entrare anche se quell’horror è vietato ai minori di 18 anni; sbirciare le gambe di quella ragazza, magari riuscire a palpargli il seno...
Non avrei mai detto che un giorno l’avrei scritto, che mi sarei guardato allo specchio e avrei visto la faccia di un trentacinquenne che alcune cose le ha dimenticate, e che gli sono ritornate alla mente solo sentendo un odore e riconoscendo una faccia... uau... un trentacinquenne . . .
Suona proprio male, eh?
Vi chiedete come ho fatto ad arrivarci? Semplice, sono andato a letto presto...

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